Il Fosso di Helm

Linguaggi

8 - I prestiti delle altre lingue all'Adûnaico

8.1 prestiti dall’elfico

i prestiti dalle lingue elfiche datano sia al periodo pre-beleriand, sia a dopo l’incontro con le popolazioni eldar, oltre che al “periodo insulare”.
c’erano regole abbastanza precise di trasformazione dall’elfico: in antico edainico e in hadoriano le e e le o diventavano delle i e u, tranne che davanti a una r dove la e elfica poteva diventare a (con l’eccezione di kher -> *khur).

adûn “ovest”, sindarin dûn, adûn. era già presente nell’hadoriano?

*agatha “ombra, penombra, tenebra”, correlato probabilmente al Sindarin gwath. con ogni probabilità questo vocabolo era già presente in hadoriano nella forma *agath (vedi il nome agathor, che significava forse “il tenebroso”; la desinenza -or è Sindarin).

ammî, ammê “madre”, quenya ammë. può essere un tardo prestito dal quenya o un vocabolo preso in antico dall’elfico orientale.

arû “re”, arûn “signore” e ar-, derivati dalla base elfica ara “nobile, regale”.

attû, attô “padre”, chiaramente derivato dal vocabolo antico-elfico *at(t)a che fu alla base anche del quenya atar.

*awalâ “vala” (e modificazioni), tardo prestito dal quenya vala.

azra, azar “mare”, forse dall’elfico primordiale ayar (che portò al quenya ëar). ma c’è anche un’ipotesi sulla derivazione dal nanico (vedi infra).

“non”. elfico primordiale *ba “no!”,da cui quenya vá, telerin bá “non voglio” o “non farlo”, Sindarin baw! “no! non farlo!”.

balâ “potente [vala/elfo]” elfico antico bal “potere, potenza”, cfr. il Sindarin balan “vala”.

batân “strada, cammino”, dall’elfico primitivo bata “sentiero, strada”.

bêth “espressione, enunciazione, parola”. Sindarin beth “parola”. come bêth è derivato da una radice bith (anche il verbo bith “parlare”), questa è verosimilmente derivata dalla forma che l’elfico primordiale *kwet “dire, parlare” aveva preso in qualche linguaggio avarin, dal quale gli antenati degli edain lo presero a prestito (sappiamo che vi era almeno un linguaggio avarin che mostrava p per l’originale *kw, così è plausibile che vi possa essere stato un dialetto che sonorizzò tale p, producendo l’iniziale b.); cfr. anche il tardo ovestron batta “parlatore”.

êlêdâ “elfo” un tardo prestito colto dal quenya elda.

êru “eru [dio]” ovviamente dall’elfico eru. sicuramente già hadoriano.

*hil “discendente, erede?” dal Sindarin khil, chil, hîl. presente nel bëoriano.

hin “figlio” prestito diretto dall’elfico hin; sicuramente era già presente in hadoriano.

khôr “signore”, legato forse alla radice elfica kher “reggere, governare, possedere”, da cui derivò il quenya heru “signore”.

lâi “popolo”, probabilmente correlato al quenya lië, evidentemente *lai in un dialetto avarin.

lôkhî “storto, corrotto”, radice eldarin lok- “girare, avvolgere”.

lômi “bella notte stellata” preso a prestito in adûnaico dal quenya lómë “notte”.

lôndê, lôni “porto, rifugio, soggiorno” prestito dall’elfico: quenya londë, Sindarin lond (lonn).

minil, minal “cielo”. benché “cielo, cieli” sia menel in quenya, questa è una parola che gli antenati degli edain devono aver adottato dall’avarin (scuro-elfico) *menel molto tempo prima che gli uomini entrassero nel beleriand. è simile al vocabolo quenya semplicemente in quanto sia l’alto-elfico che lo scuro-elfico erano discendenti del medesimo linguaggio elfico primitivo.

narû “uomo” (antico ad. naru), quasi sicuramente legato alla radice elfica nere “maschio”; anche questa parola doveva essere già hadoriana.

-ôn suffisso nominalizzatore, sembra derivare dal Sindarin -yon.

rahat “rompere” può avere qualche connessione col quenya rac dello stesso significato.

rôth “schiuma, scia di nave”, dal Sindarin ros. (attenzione: questa parola vuole anche dire “graffio, solco”).

satta “due”, evidente prestito dall’elfico (primitivo), cfr. quenya atta “due”. kloczko propone di identificare la s- come un’influenza nanica.

sûla “tromba”, detto nel rapporto lowdham derivare dall’avarin *hjôlâ.

sulum “albero di nave” detto nel rapporto lowdham derivare dall’avarin *tjulmâ.

târik “pilastro, colonna”. potrebbe avere qualche attinenza con l’elfico primitivo/eldarin comune târa “elevato, alto”; ma c’è un’altra ipotesi, secondo me più fondata, basata sul nanico.

ûri “sole”, legato alla radice elfica ur- “scaldare, essere caldo” a cui sono connessi il termine quenya aurë e il Sindarin aur “luce solare, giorno”.

*urud “montagna”, legato al Sindarin orod.

uruk “orco”, non c’è bisogno di commenti.

si riconoscono anche altri nomi elfici, specialmente i nomi dei valar: amân “manwë”, awradî “varda”, mulkhêr “melkor”. tuttavia, alcuni termini che possono apparire come prestati dal quenya, di fatto, non rappresentano prese a prestito.


8.2 prestiti dal nanico

tutte le parole che sono prestiti dal nanico c’erano già in hadoriano, perché l’acquisizione di questi vocaboli data a prima dell’arrivo degli edain nel beleriand.

azgarâ “combattere” e zagar “arma/spada”; sono supposti essere dei prestiti da questa lingua sulla base della somiglianza con in nome azaghâl, che viene a sua volta interpretato come “guerriero” proprio sulla base di questo verbo e nome adûnaico.

azra, azar “mare”. ho elaborato un’ipotesi di derivazione per cui questa parola potrebbe derivare da zâram “lago”:
zâram > *zaram > *zara > *a|zar|a > azar > azra
nanico     edainico            hadoriano  adûnaico

hazad “sette”. probabilmente legato alla radice kh-z-d, dato tutto il substrato culturale che lega i nani al numero sette.

inzil “fiore”. kloczko propone l’ipotesi secondo cui aulë inserì la parola valarin *iniðil “fiore” nella lingua che aveva inventato per i nani, ivi assumendo la forma *indhil; presa poi dagli edain come *injil, diventò inzil.

khibil “sorgente”. la forte somiglianza con la forma kibil del radicale nanico k-b-l ha fatto pensare a kloczko che il significato di “argento” non sia esatto, anche se contrasterebbe con quanto detto da tolkien, e kibil-nâla significherebbe “sorgente ghiacciata [fredda]” e indicherebbe soltanto la sorgiva dell’argentaroggia, che in nanico ha già il nome di zigil-nâd.
ma potrebbe trattarsi di una semplice coincidenza nella mente di tolkien.

târik “pilastro, colonna”. molto probabilmente è legato al radicale th-r-k, che non significa strettamente “bastone” (gandalf era chiamato dai nani tharkûn “uomo-bastone”), ma più in generale “appoggio, sostegno [sia materiale che spirituale]”.

articolo aggiornato al 31 gennaio 2009

almavarno

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