del nanico sappiamo molto poco, a rispetto di quanto si sa ad esempio delle lingue elfiche.
tuttavia dal piccolo corpus a disposizione degli studiosi, ecco cos’è venuto fuori!
1- i radicali
2- note su alcuni nomi
3- due casi particolari
4- le combinazioni vocaliche
5- altri elementi grammaticali
6- prestiti al nanico e vocaboli invariabili
7- applicazioni (costruzione di frasi)
8- un'ultima precisazione
i radicali
nel nanico le parole come i sostantivi, i verbi, gli aggettivi contengono delle consonanti (due, tre o più raramente quattro) che rimangono fisse e servono a dare il significato della parola; cambiando le vocali della parola o aggiungendo prefissi o suffissi si possono formare nomi, aggettivi, singolari, plurali, ecc. (questo avviene anche nelle lingue semitiche, come l’ebraico e l’arabo).
ad esempio cambiando la forma di un radicale indicante un oggetto, si può formare il verbo la cui azione si fa per ottenere tale oggetto: ad esempio g-n-d “caverna” -> gunud = scavare caverne.
ho diviso i radicali in base al loro significato in tre classi:
“nome” per quelli relativi ad oggetti concreti,
parole designanti “caratterizzazione” (per lo più aggettivi)
parole designanti “azione”.
ma attenzione: intendo il loro significato prevalente, in quanto alcuni concetti possono essere interpretati sia in un modo che in un altro. mi spiego. non dobbiamo prendere i significati dei radicali alla lettera come traspaiono dai vocaboli in cui sono impiegati, perché sono “particolari” si rifanno a significati più “generici”, per esempio th-r-k lo troviamo come “bastone”[che è un nome] ma probabilmente significa “appoggio, sostegno”[che è un concetto di azione] in tutti i concetti, anche figurati, in cui può essere utilizzato; z-b-d come “signore (di)”[nome] ma può ben indicare “dominio”[azione] come anche g-th-l, che oltre a “fortezza”[nome] potrebbe designare il concetto più generico di “protezione”[azione].
quindi nella seconda colonna trovate sia il significato della parola che attesta il radicale, sia i significati più generici.
in questa tabella ho raccolto i radicali che ho individuato nei vocaboli nanici. quando, nella seconda colonna c’è una barra, significa che può avere due significati differenti, perchè l’interpretazione non è univoca; quelli tra parentesi sono i “generici”.
radicale |
significato | parole | classe principale |
b n d | cima, sommità, testa | bund (da bund/u/shathûr) | nome |
b r k | ascia, (arma) | baruk (da "baruk khazâd!") | nome |
b r z | rosso | baraz (da barazinbar) | caratterizzazione |
b z n | radice (fiume?)/scuro, nero | buzun (da buzundush) | nome/caratterizzazione |
b z r | valle, (solco, fenditura) | bizar (da azan/ul/bizar) | nome |
d b n | valle? | duban | nome |
f l k | scolpire, fendere la pietra | felak-gundu, felek | azione |
g b l | grande, (potenza, forza) | gabil (da gabilgathol e gabilân) | caratterizzazione |
g m l | vecchio | gamil (in gamil zirak) | caratterizzazione |
g n d | caverna, (buco sotto terra) | gund, gunud | nome |
g th l | fortezza, (protezione) | gathol (da gabilgathol) | nome |
k b l | argento/sorgente | kibil (da kibil-nâla) | nome |
kh l d | vetro, (riflettere, brillare) | kheled (da kheled-zâram) | nome |
kh z d | nanicità, (sette) | khazâd, khuzdul | nome |
n b r | corno, (punta) | inbar (da barazinbar) | nome |
n l k | nuluk (da nuluk/khizd/în) | ||
n r g | nero | nargûn (mordor), narag-zâram | caratterizzazione |
r kh s | orchitudine, (bruttezza?) | rakhâs, rukhs | nome |
s g n | lungo, (estensione) | sigintarâg (=lunghebarbe) | caratterizzazione |
s l n | cadere, precipitare | salôn, sulûn | azione |
sh th r | nuvola | shathûr | nome |
t m n | profondo, (vuoto, cavo?) | tumun (da tumunzahar) | caratterizzazione |
t r g | barba, (peli) | tarâg | nome |
th r k | bastone, (sostegno) | tharkûn | nome |
z b d | signore (di), (dominio | uzbad khazad-dûmu | nome |
z g l | argento, (brillantezza) | zirak-zigil, zigilnâd | nome |
z gh l | combattere | azaghâl | azione |
z h r | scavare, (costruire) | zahar | azione |
z r k | picco, punta, (sommità) | zirak | nome |
z r m | lago, stagno, (acqua) | zâram | nome |
d m | saloni (sotterranei) | dûm (da khazad-dûm) | nome |
d sh | nero, oscuro/fiume-radice? | dush da buzundush | caratterizzazione/nome |
m n | voi | mênu | nome |
n d | fiume, corso (acqua) | nâd (da zigilnâd) | nome |
n l | fiume/freddo-ghiaccio | nâla (da kibil-nâla) | nome/caratterizzazione |
z n | oscurità, fosco | azan (da azanulbizar) | caratterizzazione |
m z r b | registro, (conservazione) | mazarb(ul) | azione |
g l | linguaggio | nome |
oppure, se preferite, divisi a seconda della classe di appartenenza:
radicale |
significato | parole | classe principale |
f l k | scolpire, (fendere la pietra) | felak, felek | azione |
m z r b | registro, conservazione | mazarb(ul) | azione |
s l n | cadere, precipitare | salôn, sulûn | azione |
z gh l | combattere | azaghâl | azione |
z h r | scavare, costruire | zahar | azione |
b r z | rosso | baraz (da barazinbar) | caratterizzazione |
g b l | grande, (potenza, forza) | gabil (da gabilgathol e gabilân) | caratterizzazione |
g m l | vecchio | gamil (in gamil zirak) | caratterizzazione |
n r g | nero | nargûn (mordor), narag | caratterizzazione |
s g n | lungo, (estensione) | sigintarâg (=lunghebarbe) | caratterizzazione |
t m n | profondo, (vuoto, cavo?) | tumun (da tumunzahar) | caratterizzazione |
z n | oscurità, fosco | azan (da azanulbizar) | caratterizzazione |
d sh | nero, oscuro/fiume-radice? | dush da buzundush | caratterizzazione/nome |
b n d | cima, sommità, testa | bund (da bund/u/shathûr) | nome |
b r k | ascia, (arma) | baruk | nome |
b z r | valle, (solco, fenditura) | bizar (da azan/ul/bizar) | nome |
d m | saloni (sotterranei) | dûm (da khazad-dûm) | nome |
g l | linguaggio | nome | |
g n d | caverna, (buco sotto terra) | gund, gunud | nome |
g th l | fortezza, (protezione) | gathol (da gabilgathol) | nome |
k b l | argento/sorgente | kibil (da kibil-nâla) | nome |
kh l d | vetro, (riflettere, brillare) | kheled (da kheled-zâram) | nome |
kh z d | nanicità, (sette) | khazâd, khuzdul | nome |
m n | voi | mênu | nome |
n b r | corno, (punta) | inbar (da barazinbar) | nome |
n d | fiume, d'acqua | nâd (da zigilnâd) | nome |
r kh s | orchitudine, (bruttezza) | rakhâs, rukhs | nome |
sh th r | nuvola | shathûr | nome |
t r g | barba, (peli) | tarâg | nome |
th r k | bastone, (sostegno) | tharkûn | nome |
z b d | signore [di], (dominio) | uzbad | nome |
z g l | argento, (brillantezza) | zigil | nome |
z r k | punta, (sommità) | zirak | nome |
z r m | lago, stagno, (acqua) | zâram | nome |
b z n | radice (fiume?)/scuro, nero | buzun (da buzundush) | nome/caratterizzazione |
n l | fiume/freddo-ghiaccio | nâla (da kibil-nâla) | nome/caratterizzazione |
n l k | nuluk (da nuluk/khizd/în) |
|
note su alcuni nomi
buzundush è il nome nanico del fiume morthond; penso abbia un significato solo simile a quello elfico (“radice nera”), piuttosto “torrente scuro”.
nargûn è il nome nanico di mordor.
zigilnâd è un altro nome per kibil-nâla (argentaroggia).
azaghâl è detto significare “guerriero” sulla base della somiglianza al verbo adûnaico azgarâ che significa “combattere” (ricordo che il nanico influenzò la lingua degli edain).
tumunzahar: non si trova da nessuna parte che tumun significhi “profondo” e zahar “scavo” ma ho pensato che la struttura della parola fosse come in inglese, con l’aggettivo prima del sostantivo. ma è una convinzione mia.
ciò infatti non spiegherebbe neanche perchè in zirakzigil l’ordine sia invertito; effettivamente tolkien si è contraddetto più volte riguardo a quale delle due parti voglia dire “argento” e quale “punta”; ho dato peso a zigilnâd (argentaroggia) e ho pensato che lo zirak di gamil zirak fosse “punta”.
similmente, per dare a gabil il significato di “grande” (in gabilgathol) mi sono riferito a gabilân, che secondo fauskanger è il nome nanico del fiume sirion, secondo kloczko è il nome del gelion (questo nome elfico non sarebbe altro che un’alterazione del nome nanico).
quanto a gamil mi sono basato sul fatto che gamil zirak veniva chiamato “il vecchio” nei racconti incompiuti.
secondo edouard j. kloczko e i suoi studiosi kibil significherebbe “sorgente” sulla base della somiglianza di questa parola con l’adûnaico khibil; viene avanzata l’ipotesi che kibil-nâla non significasse “argentaroggia” (benché sia stato detto da tolkien) ma “sorgente ghiacciata” e fosse applicato solo alla prima parte del corso del fiume, dato che le sue acque erano gelide.
nuluk, di significato sconosciuto, è stato isolato da nulukkhizdîn (il nome nanico di nargothrond) che contiene inoltre i radicali kh-z-d di “nano”; alcuni propongono di interpretare nulukkhizdîn come “dimora nanica”, altri “i nani esclusi” (nulukkizdîn nel silmarillion è una forma errata); secondo un’altra compitazione il nome è nulukhizidûn.
non saprei come dire, sono andato a orecchio!
un’ultima precisazione: la frase “khazâd ai-mênu!” non significa “i nani vi assaltano”, questa è solo una traduzione di senso dell’originale inglese “i nani sono su di voi!”.
novità!!! nel 2007 in alcuni appunti di tolkien scoperti da poco sono state trovate due nuove parole, salôn e sulûn, e il loro radicale s-l-n connesse al significato di “precipitare, scendere velocemente” introdotte dal professore per spiegare l’origine del nome del fiume lhûn: potrebbe essere infatti una modificazione della parola khuzdul sulûn in quanto il fiume in questione scendeva dai monti azzurri molto velocemente nella sua valle.
il significato di questi nomi non è detto; tolkien provò a spiegare l’origine del nome del fiume lhûn o Lune, e un’origine nanica era tra le possibilità (un nome di questo significato potrebbe andare bene perché “il corso superiore del Lune era molto ripido e veloce”). la forma sindarin lhûn potrebbe, entro questo scenario, presumibilmente derivare così: salôn o sulûn è adottato dal sindarin in un primo stadio, e si perde la prima vocale, lasciando *slôn o *slûn; questo regolarmente diviene lhûn in tardo sindarin. ciò fornisce un interessante cenno riguardo a come le parole khuzdul erano accentate: la prima vocale di salôn o sulûn dovrebbe quasi certamente essere non accentata se viene persa in questo modo, ciò suggerisce che è la vocale lunga nella sillaba finale a ricevere l’accento tonico. potrebbe essere così per altre parole con una vocale lunga nell’ultima sillaba. (vinyar tengwar 48:24)
in il signore degli anelli: a reader’s companion (rc) scritto da wayne g. hammond e christina scull, si trova un’altra importante aggiunta; si tratta della parola duban, che sarebbe (ma mancano di indicare la fonte) la “vera” parola indicante “valle”. infatti secondo la loro interpretazione l’intero nome della valle dei rivi tenebrosi era duban azanulbizar, in cui azan era il plurale “ombre”, -ul un suffisso genitivo, bizar “ruscelli”; ma duban veniva tralasciato e così il luogo veniva chiamato semplicemente azanulbizar.
due casi particolari
1 - nel nanico “lingua parlata” è aglâb da cui si potrebbero ricavare i radicali g-l-b. ma vi è anche la parola iglishmêk che indica una forma di linguaggio gestuale usato dai nani. compare il gruppo biconsonantico gl : dobbiamo dedurre che indichi “linguaggio”?
e poi: possiamo raggruppare il radicale sh-m-k e dargli il significato di “mano” o “braccio” o “gesto”?
2 - e’ stato più volte fatto notare da molti come nonostante la parola barazinbar contenga la n, il radicale per “corno” scritto di suo pugno da tolkien sia m-b-r anziché n-b-r. alcuni ne hanno tratto la regola secondo cui quando si dovrebbe creare la combinazione mb bisogna pronunciare (e scrivere?) nb. nella tabella io ho lasciato n-b-r; può anche darsi che tolkien si sia sbagliato a scrivere.
le combinazioni vocaliche
come detto prima, cambiando le combinazioni delle vocali nei radicali si possono formare le varie classi di parole (nomi, verbi, aggettivi, singolari, plurali). per i radicali triconsonantici ne ho trovate alcune.
nota sulle combinazioni: a volte le stesse combinazioni si ritrovano applicate a radicali differenti con significato finale del tutto diverso (es. gunud e nuluk). come mai? forse la spiegazione è semplice: un nano sapeva ovviamente cosa diceva, e può darsi che la differenza semantica tra due radicali permettesse di non confondersi anche se la stessa combinazione vocalica si applicava a radicali diversi.
indicando con i numeri 1-2-3 le consonanti di un radicale triconsonantico, eccole:
radicali nome
1u23 - sostantivo singolare (bund = cima, rukhs = orco; *shuthr = nuvola?, *turg = barba?, *khuzd = nano?)
1a2â3 - sost. plurale (khazâd = nani, rakhâs = orchi, tarâg = barbe)
1a23ûn - sost. il cui significante è caratterizzato dal significato del radicale (tharkûn significa “uomo-bastone”)
1e2e3 - sost. sing. indicante sostanze e materiali? (kheled = vetro; l’argento è *kebel o *zegel?)
1i2i3 - agg. indicante una caratteristica legata al significato del radicale? (z-g-l “argento” à zigil “argenteo”)
1a2u3 - sost.plur. pre-genitivale (baruk)
1a2û3 - sost. plur. genitivale (shathûr)
u12a3 - apposizione sing. (uzbad khazaddûmu = signore di moria)
1a2o3 - sost. sing. dopo agg. qualif di forma 1a2i3 (gabilgathol)
i12a3 - // // // // // di forma 1a2a3 (barazinbar)
1u2u3 - applicato ad un radicale nominale, forma il verbo la cui azione produce l’oggetto del radicale: g-n-d “caverna” à gunud = scavare caverne; z-r-k à *zuruk = “fare la punta”??
radicali d’azione
a1a2â3 - sost. che designa l’agente che compie l’azione (z-gh-l “combattere?”à azaghâl “combattente, guerriero?”; “scultore” è *afalâk?)
1a2a3 - genera il sostantivo dell’azione: z-h-r “scavare?” à zahar “scavo?”
1e2a3 - indica l’oggetto che si usa per compiere l’azione: f-l-k “scolpire” à felak “scalpello”
1e2e3 - la forma base del verbo: felek “scolpire”
radicali di caratterizzazione
1a2i3 - aggettivo qualificativo singolare prima di nome (gamil e gabil)
1i2i3 - aggettivo qualificativo plurale (sigin-tarâg)
1a2a3 - aggettivo designante un colore? (si trovano prima di un sostantivo): baraz =rosso; narag = nero
1a23ûn - sostantivo il cui significante è caratterizzato dal significato del radicale (nargûn letteralmente sarebbe “neraggine”)
1u2u3 - aggettivo qualificativo prima di sostantivo
altri elementi grammaticali
preposizioni: abbiamo solo u e ai, che significano rispettivamente “di” e “su, sopra”.
termini “indipendenti”: da azanulbizar helge fauskanger isola ûl, che significherebbe “rivi, piccoli fiumi”; kloczko suggerisce che derivi dalla contrazione del radicale *w-l.
ho poi notato che tre parole che significano “fiume” (nâd, nâla e forse ân) contengono tutti la consonante n e la vocale lunga â. a dire il vero io considero “indipendenti” ûl e ân perchè hanno meno di due consonanti è quindi non sono formati da radicali, e fanno parole a sé.
kloczko ritiene però che -ân sia un suffisso nominalizzatore (gabil = grande; gabilân = il grande, il possente [in riferimento al fiume] ).
marcatori grammaticali: secondo me le vocali lunghe nella sillaba finale indicano il plurale, e inoltre la â indicherebbe plurale normale mentre û plurale genitivale. emblematico di questa mia idea è dûm (= saloni di) che a mio parere è il genitivale di *dâm (saloni).
a questo punto ci si potrebbe chiedere: ma allora qual è il singolare di *dâm? semplice: non esiste! dûm è un plurale collettivo in sé, non ha quindi il singolare.
vocali lunghe che si accorciano: sembra che quando un sostantivo che ha una vocale lunga viene incorporato in un nome composto accostandolo ad un altro sostantivo, la vocale in questione si accorci; i due esempi di ciò sono khazâd (nani) -> khazad-dûm (i saloni dei nani) e azanûl (ruscelli tenebrosi) -> azanulbizar (valle dei ruscelli tenebrosi).
la â di zâram rimane infatti lunga perché in narag-zâram è insieme ad un aggettivo.
prestiti al nanico e vocaboli invariabili
si è praticamente certi che tolkien, quando negli anni ’50 inventò il valarin instaurò “a posteriori” diversi rapporti di derivazione col nanico. kloczko ipotizza che in nanico sia esistita la parola *indhil “fiore”, presa dal valarin *iniðil attraverso l’insegnamento impartito da aulë ai sette padri, per spiegare la presenza del vocabolo inzil in adûnaico; ma *indhil non rispetterebbe la grammatica delle combinazioni vocaliche: potrebbe essere una parola “assoluta” e invariabile?
vale forse anche per mahal (proprio il nome nanico di aulë), che sembra un prestito diretto dal valarin maχal “ainu”?
un altra derivazione dal valarin al nanico potrebbe essere ûl “fiume” siccome in valarin si ritrova ullu “acqua”.
potrebbe riguardare anche zirak e zâram, che si presentano sempre in questa forma in contesti grammaticali diversi: zirak-zigil e gamil-zirak, kheled-zâram e narag-zâram (quest’ultimo è il nome nanico del lago helevorn).
applicazioni (costruzione di frasi)
shagrat, orco di mordor...
trad. = shagrat, urkhas nargûnu...
i corni degli orchi (i corni appartengono agli orchi)
trad. = nabur rakhâs
le nuvole delle valli
trad. = shathur bazûr
le punte dei corni
trad. = zaruk nabûr
le caverne delle asce (= armerie) (le caverne non appartengono alle asce! perciò caverne mantiene la forma del soggetto e non fa parte della costruzione genitivale)
trad. = ganâd barûk
i saloni della fortezza
trad. = dâm-u-guthl / dâm guthlu
vecchio bastone
trad. = gamil tharok
nuvola scura
trad. = shuthur dush ?
caverna nera
trad. = narag ignad
grandi cime
trad. = gibil banâd
le lunghe barbe dei vecchi nani
trad. = gimil khazâd sigin tarûg
un’ultima precisazione
per le mie idee sull’esattezza delle attribuzioni di significato ai radicali e alle combinazioni vocaliche sono stato più volte tacciato di “speculazione”, cioè di fare ipotesi azzardate e non sorrette da prove.
ribatto dicendo che le mie osservazioni sono connaturate alla stessa struttura del nanico.
si tratta di una lingua “geometrica”, esattissima in ogni sua parte, in cui la formazione dei vocaboli deve sottostare a regole ferree: se si vuole dire “asce [dei nani]” bisogna dire proprio “baruk [khazâd]”, non “ubruk” o “barok” anche se contengono le stesse consonanti.
mi sono permesso di enunciare regole grammaticali anche quando erano rappresentate da un solo caso perché sono convinto che se una certa parola è fatta così in un certo contesto, anche un’altra dello stesso tipo (sostantivo, verbo, aggettivo) nella stessa situazione deve avere la medesima forma (nello specifico, la combinazione vocalica).
sono quei tipici dubbi che vorresti sciogliere chiedendo a tolkien, ma non si può. e comunque la mia idea del nanico mi sembra meno arzigogolata di quella di magnus åberg.
articolo aggiornato al 5 novembre 2008
almavarno
Il Fosso di Helm