Il Fosso di Helm

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Isildur

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nacque sull’isola di númenor nell'anno 3209 della seconda era del sole, figlio di elendil l’alto, discendente di elros tar-minyatur e di suo padre eärendil, ma non in linea diretta con la successione dei re del paese.

la casa di amandil, signore di andúnië e nonno di isildur, faceva parte del gruppo chiamato “i fedeli”, ovvero coloro che non erano stati corrotti dal desiderio di ricchezze e dall’invidia verso l’immortalità degli elfi.

amandil si ritirò a rómenna, bandito da armenelos, sede della reggia, invitando in segreto tutti i fedeli a raggiungerlo, prevedendo grandi pericoli, e, venuto a sapere del desiderio del re ar-pharazôn, consigliato da sauron, il quale era stato sconfitto e portato sull’isola nel 3262, di distruggere l’albero bianco nimloth il bello, dono degli elfi e memoriale della luce di valinor, mise al corrente il figlio e i nipoti.

isildur si recò di notte, in segreto e mascherato, alla reggia ad armenelos, riuscendo ad infiltrarsi ed a staccare un frutto dall’albero bianco. pronto per tornare, venne però scoperto e si dovette far strada combattendo. riuscì a mantenere segreta la sua identità ed a tornare a rómenna con il frutto, seppur coperto di ferite.

nimloth venne abbattuto ed isildur restò tra la vita e la morte per le ferite per tutto un inverno, ma in primavera un nuovo albero bianco nacque grazie al frutto da lui salvato che era stato piantato e, non appena la prima foglia si aprì, isildur si ridestò miracolosamente guarito.

nel 3299 nacque il primogenito di isildur, elendur.

amandil venne a sapere che il re intendeva fare guerra ai valar a valinor, sicché consigliò al figlio di preparare delle navi a rómenna, pronte per la fuga dei fedeli, quindi salpò, intenzionato a raggiungere aman per scongiurare il perdono per la follia dei númenoreani, ma non si seppe più nulla di lui.

vennero preparate nove navi sulle quali vennero caricati, tra le altre cose, le sette pietre veggenti, dono degli elfi alla casata di amandil, e su quella di isildur il nuovo albero bianco. nel frattempo, dal 3310, il re si preparò per la guerra.

il re sollecitò elendil a seguirlo in guerra, ma questi si rifiutò fino alla partenza della potente flotta, nel 3319. soldati di sauron giunsero per punirlo, ma i fedeli si erano già imbarcati sulle nove navi.

quando le forze di re ar-pharazôn raggiunsero aman, i valar, irati, scatenarono un cataclisma su di esse e sull’isola di númenor. si dice che allora il mondo venne reso tondo e aman divenne irraggiungibile per gli uomini. le navi dei fedeli scamparono al risucchio delle acque grazie alla protezione data dall’isola, che infine si inabissò. le altissime onde e i venti spinsero le nove navi verso est, strappandone le vele e spezzandone gli alberi, ma alla fine, quelle di isildur e di anárion, suo fratello, giunsero nella baia di belfalas, dove sfociava il fiume anduin, e decisero di risalire quest’ultimo. in quelle zone i naviganti di númenor avevano costruito porti e fortezze in precedenza e negli ultimi tempi solo “i fedeli” si recavano lì, sicché molta della popolazione che vi trovarono era imparentata con loro e diede ad essi il benvenuto.

nel 3320 isildur ed anárion fondarono un regno che verrà poi chiamato gondor, con capitale ad osgiliath, divisa in due dal fiume anduin. edificarono minas ithil, residenza di isildur, a guardia di mordor, e minas anor, dimora di anárion, a guardia dei selvaggi delle valli. eressero altre opere come le argonath, aglarond, erech e la torre di orthanc ad Angrenost. l’albero bianco fu piantato di fronte alla dimora di isildur a minas ithil, mentre delle pietre veggenti, tre le aveva tenute elendil, e le altre quattro vennero poste a minas anor, in orthanc e ad osgiliath.

probabilmente in questo periodo nacquero il secondo ed il terzo figlio di isildur: aratan e ciryon.

nel 3429 sauron, di nuovo a mordor, attaccò gondor: conquistò minas ithil e distrusse l’albero bianco, ma isildur riuscì a fuggire con la moglie e i figli, salvando anche un pollone dell’albero bianco, e per nave scese l’anduin fino alla foce, per poi puntare a nord alla ricerca del padre elendil per chiedere aiuti mentre il fratello anárion contrastava sauron ad osgiliath.

isildur si recò nel regno di arnor fondato dal padre a nord e lo mise al corrente dell’attacco, al che elendil e gil-galad, signore degli elfi, si unirono nel 3430 nell’ultima alleanza. probabilmente nello stesso anno nacque ad imladris il quartogenito figlio di isildur, valandil.

l’anno successivo tutti gli eserciti dell’alleanza si stabilirono ad imladris.

l’esercito partì e i tre figli maggiori di isildur seguirono il padre in guerra. nel 3434 vi fu lo scontro con sauron, la battaglia di dagorlad, vinta dalle forze dell’alleanza. l’esercito entrò quindi in mordor e cinse d’assedio la fortezza di sauron, bärad-dûr, ma isildur preferì lasciare i due minori dei tre figli a difesa della riconquistata minas ithil.

anárion, fratello di isildur, venne ucciso nel 3440 durante il sesto anno di assedio, estenuante per entrambe le parti.

l’anno successivo sauron fu messo alle strette e fu costretto ad uscire a combattere personalmente. sull’orodruin, il monte fato, egli uccise gil-galad ed elendil, la cui spada narsil fu spezzata sotto il peso del suo corpo caduto, ma fu a sua volta da essi sconfitto. isildur raccolse quel che rimaneva della spada del padre e con essa riuscì a tagliare l’unico anello dalla mano dell’oscuro signore, il cui spirito fuggì. con ciò la guerra e la seconda era ebbero fine.

isildur raccolse l’anello di sauron e, sembrandogli esso molto bello, non ascoltò il consiglio di elrond e círdan di distruggerlo, sembrandogli un peccato, e decise di tenerlo come guidrigildo per la morte del padre e del fratello. già l’anello influiva sulle sue scelte.

isildur rientrò in gondor e assunse l’elendilmir, la stella di elendil, gemma simbolo della sovranità di arnor, portata prima dal padre. decise infatti di andare a regnare al nord lasciando gondor nelle mani di meneldil, figlio del fratello anárion. a minas anor piantò il pollone dell’albero bianco che aveva salvato in ricordo di suo fratello caduto. restò a gondor per circa un anno ristabilendo l’ordine e stabilendone i confini. fece erigere un monumento in memoria di suo padre elendil su amon anwar, stabilendo che solo i re e coloro da essi invitati potessero metterci piede, suggerendo a meneldil di farvi visita, specialmente nel caso in cui necessitasse di saggi consigli. annotò anche delle righe riguardo all’unico anello: di come inizialmente fosse rovente ma sembrasse poi restringersi e raffreddarsi, e di come le incisioni su di esso fossero sparite ma forse sarebbero ricomparse al calore del fuoco.

appena lo ritenne opportuno partì verso arnor con i suoi uomini ed i tre figli che lo avevano seguito in guerra. giunto poco a nord dei campi iridati, fu assalito da un numeroso gruppo di orchi. vedendo che la situazione era critica, si pentì di non aver rinunciato all’anello, affidò i frammenti della spada narsil al suo scudiero e lo fece fuggire per granburrone. i dúnedain stavano per essere sopraffatti; aratan e ciryon caddero, ed elendur convinse il padre a fuggire. suo malgrado isildur infilò l’unico anello e fuggì fino al fiume anduin, dove si tuffò. la forte corrente quasi lo sopraffece e l’anello gli sfuggì di mano. fu trascinato indietro fino ai campi iridati, dove riuscì a tirarsi fuori dalle acque su un isolotto, ma fu avvistato da alcuni orchi che lo trafissero a morte con diverse frecce. era il suo 234° anno di vita.

il suo corpo non venne mai ritrovato, sebbene sia possibile che saruman ne abbia rinvenuto i resti durante le sue ricerche per l’unico anello. infatti, dopo la guerra dell’anello, re elessar trovò alcuni effetti personali di isildur nella torre di orthanc, residenza di saruman, tra cui l’elendilmir.(per la morte di isildur si vedano anche "il disastro dei campi iridati" nella parte delle battaglie e "l'ultimo viaggio di isildur" negli approfondimenti-altro)

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